Quando iniziamo un percorso di educazione con il nostro cane, lo scopo prioritario è quello di porre le basi per una relazione basata su rispetto, fiducia e collaborazione, oltre che fornire al proprio animale gli strumenti necessari per affrontare le comuni situazioni del vivere quotidiano, attraverso esercizi e comandi che rafforzano il rapporto e arricchiscono la comunicazione.

Capita a tutti, però, di scivolare in alcuni errori che minano e rallentano questo percorso di crescita, ma la consapevolezza aiuta a correggersi e a migliorare!

Ecco, di seguito, i dieci errori più comuni che si commettono durante gli esercizi di educazione.

  • 1) Iniziare quando siamo nervosi

La giornata è cominciata col piede sbagliato o rientrate a casa con un pessimo umore. Cosa c’è di meglio che ritornare a sorridere in compagnia del nostro amico? Attenzione però: iniziare gli esercizi con un umore irritabile potrebbe cagionare alla sessione di allenamento. Il nostro cane sviluppa con il tempo una forte empatia con i nostri stati d’animo. Se siete tesi e nervosi, potrebbe agitarsi anche lui, quindi non stupitevi se sembra non rispondere al richiamo o non vuole obbedire ai comandi più semplici. Fate un bel respiro e approfittate del tempo che potete dedicare al vostro cane per ossigenarvi il cervello, dimenticando le altre preoccupazioni. Altrimenti è preferibile non iniziare affatto, riprenderete quando sarete più sereni, con beneficio per entrambi!

  • 2) Ripetere il comando più volte

Avete chiesto un “TERRA” al vostro cane e sembra non aver capito il comando.

Ripeterlo incessantemente finché non lo esegue è un errore tecnico, che molto spesso si fatica a correggere, poiché siamo convinti di aiutare il nostro amico a comprendere meglio quello che volevamo da lui.

Questo atteggiamento comporta invece due effetti indesiderati:

– rallenta l’esecuzione del comando, perché magari lo esegue finalmente alla quinta volta che lo ripetiamo, insegnando quindi al nostro cane a ignorare le prime quattro richieste, che tanto il premio arriverà comunque;

– non gli insegna a ragionare. Pensate a un bambino cui chiediamo ripetutamente “Quanto fa 8×9? 8×9? 8×9?”; probabilmente scoppierà a piangere andando via o vi urlerà di lasciarlo riflettere senza assillarlo. Lo stesso vale per il vostro cane: dategli il tempo necessario per capire ciò che gli avete chiesto! Magari vi guarderà perplessi per qualche secondo, poi nella sua testa inizierà a pensare: “Ok terra, vediamo, terra…mmm…il seduto l’ho già fatto, cos’altro so fare? Ah sì! Abbassare gli anteriori! Voilà! Oh, ecco il mio premio, avevo capito bene! Yeah!”.

Il consiglio è, quindi, di pronunciare il comando una volta sola, dandogli il tempo per ragionare, affinché impari a eseguirlo alla nostra prima richiesta.

  •  3) Scegliere il momento sbagliato

Uno dei motivi per cui il cane fatica a eseguire gli esercizi è il non saper individuare il momento e il contesto giusto per chiederli.

Il processo di generalizzazione, per cui il cane impara a rispondere ai comandi ovunque si trovi, non va dato per scontato. Il fatto che il nostro peloso esegua perfettamente il seduto al centro cinofilo o a casa, non significa che sappia automaticamente eseguirlo con la stessa prontezza e disinvoltura dentro un negozio del centro o in area di sgambamento con altri cani.

La regola d’oro per ogni percorso educativo è di iniziare sempre in un ambiente tranquillo, affinché possa essere concentrato su di noi e capire lo scopo dell’esercizio, per poi passare gradualmente a contesti diversi e più distraenti, diminuendo gli aiuti fino a usare il solo comando vocale.

Sta, quindi, a voi accompagnarlo in questo percorso, valutando dove vi trovate, se ha già lavorato lì o è la prima volta, se ci sono troppe distrazioni o è sufficientemente attento, se è in grado di eseguire l’esercizio alla sola richiesta vocale o se necessita anche del premio a vista o dell’aiuto gestuale.

  • 4) Non divertirsi

Le sessioni di allenamento dovrebbero essere vissute sempre come un momento di condivisione con il vostro amico, all’insegna dello svago, del gioco e dell’appagamento reciproco. Impostare gli esercizi con un’atmosfera marziale da “Basta ricreazione, adesso si lavora!”, vi renderà noiosi e poco stimolanti, con conseguente esecuzione scadente dei comandi.

Cercate di rilassarvi e mantenete sempre un carattere ludico alle sessioni lavorative, poiché per il cane obbedire ai comandi deve essere divertente quanto giocare con la palla! Solo così continuerà a eseguirli volentieri, senza mai mostrarsi annoiato.

  • 5) Usare toni di voce scorretti

La nostra voce è capace di emettere suoni estremamente variegati, in termini di tono, timbro ed enfasi, attraverso i quali possiamo trasmettere al nostro cane diversi stati d’animo.

Ogni cane, inoltre, ha un carattere a sé, alcuni hanno bisogno di una voce dolce e calma, altri invece di un tono deciso e fermo.

Usare per il richiamo un tono di voce arrabbiato, anziché allegro e invitante, oppure chiedere un “seduto” con un’inclinazione interrogativa, che denota insicurezza, oppure dare un comando di arresto sussurrandolo timidamente, non facilita il cane nel comprendere il nostro intento.

Impariamo, dunque, a sfruttare la nostra voce in modo efficace, poiché sbagliare il tono, è uno degli errori che rovina l’esecuzione del comando.

  • 6) Usare le esche

Il cibo viene usato nelle prime sessioni educative, per rinforzare il comportamento giusto e sottolineare la correttezza dell’esecuzione; è un appagante, che usiamo come leva iniziale, associato alle nostri lodi verbali, per rendere le sessioni di allenamento stimolanti e piacevoli.

Quando però prolunghiamo il suo utilizzo nel tempo, poiché senza di esso il cane non obbedisce, lo abbiamo usato in maniera impropria, sotto forma di esca.

Sapere che il nostro cane ci vede come un distributore di bocconcini è avvilente e umiliante, e dobbiamo riconoscere che non c’è relazione se per ascoltarci deve avere la garanzia di un premio sempre presente.

Non impigritevi, quindi, usando continuamente il cibo, ma iniziate ad alternare il premio alimentare al gioco, alla coccola, alla lode, variandolo spesso, fino ad arrivare a farci obbedire senza più vincoli esterni.

Dobbiamo essere noi il suo premio, poter passare del tempo insieme, divertendosi a giocare e a eseguire gli esercizi. Questo è un rapporto reale e per raggiungerlo dobbiamo essere in grado di trasferire l’appagamento nel lavoro, dal cibo, alla pura interazione.

  • 7) Spazientirsi

La pazienza è uno degli strumenti fondamentali da portare con sé durante il lavoro con il proprio cane. Nel momento in cui state insegnando qualcosa di nuovo o state innalzando il livello di difficoltà di un esercizio precedente o vi state impegnando per correggere un problema comportamentale ostinato, ricordatevi sempre che il vostro cane non vi legge nel pensiero. Magari non conosce ancora la finalità dell’esercizio o ha bisogno di tempo e allenamento per eseguirlo correttamente o fino a quel momento gli permettevate di comportarsi in un modo e ora gli stravolgete un’abitudine consolidata. Aiutatelo a capire, non irritatevi perché non vi riesce al primo colpo, probabilmente siete voi che bruciate le tappe e pretendete un lavoro finito al primo tentativo.

Calma e pazienza, piuttosto meglio fare sessioni brevi, ma produttive, che risollevino a entrambi il morale, invece di prolungare il lavoro rendendolo sfiancante.

  • 8) Essere incostanti

Uno degli errori più diffusi che fanno naufragare un percorso educativo ben avviato è l’incostanza.

Dovrebbe essere buona abitudine cercare di ritagliarsi ogni giorno un momento da dedicare al nostro cane, per farlo giocare, sfogarsi, uscire in passeggiata e anche allenarsi negli esercizi, specialmente nel caso di un cucciolo agli esordi o un adulto che deve superare un problema comportamentale. Il cane è un individuo estremamente abitudinario, se facciamo rientrare nella sua routine l’esercizio, avremo un’esecuzione più affidabile e pronta dei vari comandi. Se invece iniziamo a trascurarlo, l’unica conseguenza possibile sarà che il nostro peloso si arrugginisca, dimentichi o dia risultati molto più lentamente.

  • 9) Usare punizioni fisiche e costrizione

Qualsiasi punizione fisica usata per farci obbedire è dannosa e improduttiva, contraddice ogni principio di etica animale, mina il rapporto e aumenta la sfiducia del cane nei vostri confronti. Potrà anche sembrare che così facendo otteniate il risultato più velocemente o un’obbedienza più riverenziale, ma non vi permetterà mai di ottenere una cooperazione serena e spontanea.

Nel peggiore dei casi avrete insegnato al vostro cane un linguaggio violento e aggressivo, che potrebbe ritorcersi contro di voi e le persone che vi stanno intorno

Meglio utilizzare, quindi, messaggi più ortodossi per far capire la vostra disapprovazione, insegnando il comando “no”, o sfruttando l’isolamento sociale (per il cane essere ignorato e lasciato da solo può essere un segnale molto forte) o il principio di punizione negativa del condizionamento operante, togliendo cioè qualcosa di piacevole per il cane (ad esempio, proseguire nella passeggiata solo se cammina correttamente e smettere di camminare o tornare indietro, se tira al guinzaglio).

Allo stesso modo, cercare di forzare il cane nel compiere un esercizio in maniera passiva o agire con continui strattoni al guinzaglio per farvi ascoltare o costringerlo ad affrontare un ostacolo mentale e/o fisico al di sopra delle sue capacità attuali crea un forte disagio da parte del cane nello starvi vicino e, così, dilaterete il tempo che ci metterete a raggiungere lo scopo.

Dall’esercizio più semplice, come insegnare il seduto, al saltare dentro in macchina, alla paura dell’aspirapolvere, cercate sempre di favorire la partecipazione spontanea del cane, rispettandone i tempi e progredendo un passo alla volta fino a raggiungere lo scopo. Il vostro peloso vi ascolta perché sa di essere al sicuro con voi. Se si sentirà forzato, difficilmente saprete conquistarvi la sua fiducia, collaborazione e obbedienza.

  • 10) Terminare in maniera negativa

L’ultimo errore classico e spesso inconsapevole è quello di terminare la sessione lavorativa in maniera negativa, con l’ultimo esercizio fatto male, un comando non eseguito, un gioco non terminato, lasciando voi con un senso di frustrazione e arrabbiatura e il vostro cane avvilito per il vostro comportamento per lui inspiegabile. Tutto ciò certamente non giova al rapporto, quindi prestate sempre attenzione e cercate di concludere l’allenamento in maniera positiva, con la migliore esecuzione possibile dell’esercizio appena imparato o, se proprio ancora non è stato compreso, chiedete una cosa ben appresa, che risollevi il morale a entrambi.

Stesso ragionamento vale per il gioco: non aspettate che il cane ormai stremato dalle corse non vi riporti più la palla, ma cercate di stoppare un minuto prima, quando ne avrebbe ancora voglia, lasciandolo così con il desiderio di proseguire.

In questo modo, la volta successiva che proporrete il medesimo esercizio o gioco, il vostro cane ne sarà entusiasta, anziché ammorbarsi nel ricordo negativo della volta precedente.

Gianna Pietrobon – Educatore Cinofilo

Pubblicato il 24/04/13 su Cani.com